Quando ero alle scuole medie ero una ragazzina timida , ricordo che l'insegnante di musica aveva distribuito vari strumenti musicali chiedendo chi volesse provarli. Io ero particolarmente attratta dal tamburo, con le sue due bacchette dalla punta arrotondata. Ma, data la timidezza mi accontentai di usare il classico strumento proposto nelle scuole, cioè il flauto.
La musica mi piaceva e al saggio di fine anno ero il secondo flauto entrante (quindi la seconda in bravura e precisione) nell’esecuzione del Bolero di Ravel, di cui ancora oggi ricordo quasi a memoria le note.
Ma questa insegnante la ricordo per un altro fatto importante:
Aveva portato in classe il giradischi con cui ci aveva fatto ascoltare un brano di musica classica (non ricordo esattamente quale) e ci aveva chiesto di chiudere gli occhi e di descrivere quello che immaginavamo, o meglio quello che i suoni ci suggerivano a livello visivo.

Io avevo descritto un viale alberato autunnale con le foglie che cadevano dagli alberi. Ma non ricordo il brano che avevamo ascoltato.
Se dovessi scrivere sulle mie band preferite e sui miei chitarristi preferiti dal punto di vista tecnico, come si fa normalmente, decisamente non lo farei proprio perché non ho competenze tecniche sufficienti per farlo (per ora) e perché esistono già delle riviste superspecializzate e altrettanti esperti difficilmente discutibili.
Quello che posso fare, però per far si che questo blog non sia solo l’espressione di una opinione ma anche una proposta di “spunti creativi” per altre persone è: approfondire e aggiungere al blog una sola chiave di lettura: percezione.
Le persone che acquistano suoni e immagini lo fanno perché vengono colpiti emotivamente da qualche aspetto. Prima di tutto. E poi se hanno competenze, credo anche per fattori tecnici.
Raccontare il mio modo di “sentire” la musica e quindi tradurlo in parole credo possa essere anche uno spunto creativo, oltre ai suggerimenti di ascolto.
Allo stesso modo infatti una immagine può suggerire ad un musicista dei suoni.
Pertanto, non potendo essere “tecnica” ma non volendo nemmeno sembrare “superficiale” nei racconti, credo’ che andro’ verso un approfondimento, partendo proprio dall’esperienza del giradischi vissuta in classe alle scuole medie, e sperando che la lettura possa, appunto, offrire degli spunti creativi o di discussione tra le persone.
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Suggerimenti e Approfondimenti
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